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CINQUE TERRE: II PARTE - LA VIA DEI CINQUE SANTUARI



A ognuno dei cinque paesi delle Cinque Terre corrisponde, a mezza costa, un Santuario al quale gli abitanti sono da sempre legati da profonda devozione. Cinque chiese collegate al rispettivo borgo da ripide mulattiere, vere e proprie “Via Crucis” percorse ancora oggi dai credenti durante le ricorrenze annuali. Di grande interesse storico e naturalistico è la cosiddetta Via dei Santuari, il percorso orizzontale che unisce tutti e cinque gli edifici di culto. Si tratta di uno storico itinerario, percorribile a piedi, a cavallo o in bicicletta, che attraversa terreni terrazzati, orti, antichi casolari, piccolissimi nuclei abitati spesso abbandonati e che regala panorami incomparabili sulle Cinque Terre e notevoli spunti di riflessione storica e spirituale. Un percorso semplice, alla portata di chiunque, frazionabile anche in più tappe.







Tappa n. 1: Soviore (470 m.) - Reggio
Partendo da Soviore si sale per poche centinaia di metri lungo la strada Levanto-Pignone, fino all’inizio, poco prima del Colle Termine, del sentiero 8/b. Il percorso, panoramico e lineare, costeggia orti, muretti a secco e corsi d’acqua, immerso nella macchia mediterranea.
Lasciata la carrozzabile si scende fino a superare il torrente Mulinaro, si prosegue per la Capanna Ricchetto per poi scendere ancora lungo la Costa Mesorano per poi Ancora raggiungere la strada che collega Vernazza alla Foce Drignana. Da qui, dopo alcuni tornanti, un breve sentiero porta al sottostante Santuario della Madonna di Reggio. 
Davanti alla fontana posta a un’estremità del piazzale della chiesa ha inizio il sentiero n. 8 che scende alla stazione ferroviaria di Vernazza.

Nostra Signora di Reggio è il Santuario di Vernazza, raggiungibile dal borgo attraverso un sentiero che termina in un ombroso piazzale presso il quale sgorga una sorgente. L’edificio, di cui si ha notizia a partire dal 1248 quando fu intitolata a Santa Maria, è immerso in una natura incontaminata a oltre trecento metri d’altezza, da cui si gode un panorama strepitoso. La chiesa di Reggio ha origini molto antiche, essendo stata costruita nell’ XI secolo probabilmente sulle fondamenta di un edificio precedente, le cui tracce sono tuttora visibili nella cripta sotto il pavimento. All’interno vi si venera l’immagine della Madonna Nera con Bambino (detta "l’Africana") che venne dichiarata miracolosa con un decreto del 1771 a seguito di numerosi presunti prodigi che elessero il Santuario meta di frequenti pellegrinaggi a partire dal Seicento.






Tappa n. 2: Reggio - San Bernardino
Lasciato il Santuario di Reggio si sale lungo la strada che porta alla Foce Drignana fino a incontrare il sentiero 8/a, una mulattiera poco frequentata sia per la lunghezza, sia per la mancanza di significativi spunti panoramici, ragion per cui il transito può rivelarsi a tratti difficoltoso. Il sentiero, che segue il profilo orografico piegando prima verso l’interno, quindi ancora verso il mare, attraversa oliveti e torrenti, costeggia coltivi e piccoli nuclei più o meno abitati, ora su sterrate, ora su vere e proprie mulattiere.
All’altezza di Muro Superiore si incrocia la strada che porta al piccolo abitato di San Bernardino, dove sorge il Santuario di Nostra Signora delle Grazie.
Dal Santuario ci si può ricongiungere con il sentiero Azzurro sia verso Vernazza, grazie al sentiero n. 7, sia sopra Corniglia, con il più ostico 7/b.

Nostra Signora delle Grazie, a trecento metri di altezza, è il Santuario più recente, essendo stato costruito in seguito alla ristrutturazione ottocentesca di una Cappella già esistente, edificio che la tradizione vuole fosse stato fondato da San Bernardo di Siena in persona che avrebbe pregato in queste zone per lunghi anni. Edificato in un’area da cui si gode un panorama magnifico, il Santuario deve la sua dedica a un antico quadro raffigurante la Madonna col Bambino che si trova tra San Bernardo da Chiaravalle e San Bernardino da Siena. A quest’ultimo si attribuisce l'ispirazione di alcuni eventi miracolosi. In seguito l’immagine fu tagliata, incoronata e posta sopra all’altare, mentre due cornici ovali appese alle pareti conservano ancora oggi le immagini dei due santi.




Tappa n. 3: San Bernardino - Volastra

Dal Santuario di San Bernardino si prende il sentiero n. 7 fino a raggiungere il piccolo abitato di case Fornacchi. Da qui si abbandona la mulattiera e ci si incammina sulla carrozzabile in direzione Riomaggiore; la strada coincide per qualche centinaio di metri con il sentiero n. 7/a che scende dal crinale. Giunti al bivio di Case Pianca si percorre il sentiero n. 6/d che, tra boschi, terrazzamenti e piccoli corsi d’acqua, giunge a Porciano, un minuscolo borgo rurale di supposta origine romana. Ancora un breve tratto a mezza costa, dal quale si gode una magnifica vista su Corniglia e Manarola, e si arriva a Volastra dove sorge il Santuario di Nostra Signora della Salute.
Scendendo dal Santuario, oltrepassato il paese, si segue il percorso n. 6 che termina davanti al parcheggio delle auto, alle spalle dell’abitato di Manarola.

La chiesa di Volastra, eretta intorno al XII secolo, è il Santuario di Manarola. In origine consacrata a San Lorenzo, solo dalla fine del Cinquecento vi si diffonde la devozione alla Vergine. Da allora la chiesa muta il titolo in Nostra Signora della Salute, spostando l’antico titolo alla parrocchiale di Manarola. L’edificio, costruito in stile romanico, ha il soffitto a botte decorato con affreschi e la facciata caratterizzata da una bifora gotica.
Il Santuario è parte integrante di un piccolo insediamento di probabile origine romana, il cui nome deriva probabilmente da "vicus oleaster", ovvero villaggio dell’olio. Paese dal quale si gode una vista mozzafiato,Volastra, circondata da filari di vite e oliveti, è caratterizzata da stretti "carugi" e da alcuni portali in pietra con bassorilievi risalenti al Cinquecento.

Tappa n. 4: Volastra - Montenero

Da Volastra si prende il sentiero n. 6, lo stesso che scende verso l’abitato di Manarola, fino a incontrare la Strada dei Santuari, qualche centinaio di metri prima del bivio che porta al paese. Da qui ci si incammina lungo la carrozzabile, di norma non molto trafficata e, dopo aver superato una galleria, si raggiunge un ampio tornante che piega verso il basso, presso il quale ha origine il sentiero n. 3, che sale da Riomaggiore e porta al crinale incrociando a mezza costa il piazzale su cui sorge il Santuario della Madonna di Montenero.
Dopo aver lasciato il Santuario si torna a salire, sempre lungo il sentiero n. 3, fino a raggiungere una sterrata. Da qui si può raggiungere, sempre seguendo la strada bianca, Il Telegrafo, oppure riprendere la mulattiera e raggiungere, più in alto, il sentiero del crinale all’altezza del Forte Bramapane. 

Pare che il Santuario di Nostra Signora di Montenero, le cui prime notizie risalgono al 1335, sia stato edificato sulle rovine di un primitivo edificio religioso risalente all’VIlI secolo. Un culto, quella della Vergine di Montenero, che secondo la tradizione trae la sua origine da un’icona bizantina raffigurante l’Assunzione di Maria tra gli Apostoli e San Tommaso, sotterrata dagli abitanti per difenderla dalle truppe longobarde guidate da Rotari.
La tela sarebbe stata prima ritrovata in seguito grazie a una sorgente scaturita all’improvviso, poi misteriosamente sostituita con un dipinto rinascimentale. Dopo varie ristrutturazioni, oggi la chiesa, che sorge in una cornice da cui si gode una splendida vista panoramica, si presenta con una pianta a tre navate e ospita un affresco del XVIII secolo attribuito al pittore Battaglia da Castelnuovo Magra.

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