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Il re della tavola, il Tartufo Bianco arriva ad Alba

Dal 6 ottobre al 18 novembre si terrà ad Alba la Fiera internazionale del Tartufo bianco.










Il tartufo, cibo pregiato, è il corpo fruttifero di funghi che compie il ciclo vitale sottoterra. Appartiene alla classe degli  Ascomiceti, all'ordine Pezizali, alla famiglia Tubera-cee, al genere Tuber. E' bene porsi due domande: perchè mangiamo i tartufi e perchè i tartufi si fanno mangiare?
Mangiamo i tartufi perchè ciò ci provoca piacere. Li mangiamo al ristorante, li consumiamo con gli amici, li regaliamo perchè si comunica anche uno status economico-culturale; è una gratificazione personale concedendosi qualcosa di prezioso. Inoltre nel complesso aroma del tartufo vi è racchiuso un codice chimico capace di passare inosservato alla censura della parte razionale del nostro cervello per passare direttamente al sistema limbico che governa le nostre emozioni, i nostri sentimenti.











Il mondo del tartufo, per letteratura e per tradizione, è sempre stato avvolto da un alone di mistero, che ne ha creato il mito. I protagonisti, i semplici cercatori e coloro che ne hanno fatto commercio ne hanno dato un’interpretazione soggettiva, legata alle lune, alle astuzie e agli accorgimenti del “mestiere di trifolao”, allo scenario delle colline, delle valli e delle brume ottobrine.

Il tartufo è una delle massime espressioni della cucina italiana e non solo. Profumatissimo, inebriante, coinvolgente, per molti addirittura afrodisiaco, il Tartufo Bianco d’Alba dà un tocco di nobiltà a ogni portata, conferendo un tono a piatti semplici (su tutti ricordiamo l’uovo al paletto) e originalità alle ricette più sfiziose.

Il suo impiego è ormai universale. Entrato quasi defilato nella cucina piemontese, grazie ai cuochi savoiardi cresciuti nelle cucine nobili parigine, il tartufo ha fatto il giro del mondo conquistando le tavole che fanno tendenza nei quattro angoli del pianeta. La voluttuosa versatilità, la capacità unica di rendere grande ogni piatto contribuisce in modo determinante a rendere assolutamente speciale il Tuber magnatum Pico. 

Il tartufo dopo la raccolta dal terreno può conservarsi allo stato fresco per un tempo assai limitato, variabile in relazione alla specie, al grado di maturazione, alla presenza di larve e al metodo di conservazione impiegato; quando il tartufo accenna a perdere consistenza e si ammorbidisce esso è al limite massimio di conservazione e quindi va consumato subito. I Metodi di conservazione domestica dei tartufi possono consentire di mantenerli freschi per qualche settimana in più. Si presuppone l'impiego del frigorifero (con temperatura ottimale da 0°C a 2 °C ed umidità relativa dell' 80%-85%) o del surgelatore. Si prendono i tartufi freschi senza lavarli nè pulirli e si avvolgono uno per uno in carta porosa ed assorbente, (benissimo andrebbe la carta paglia). Dopo averli messi dentro contenitori di vetro ermetici, avendo cura che non stiano troppo stretti, si ripone il vaso in frigorifero negli scomparti più bassi dove è meno freddo; una volta al giorno va sostituita la carta inumidita con altra asciutta ed anche il contenitore va asciugato interamente dalla condensa.
Così facendo si possono mantenere i tartufi freschi anche per una quindicina di giorni. 















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