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Il Naviglio, un fiore all'occhiello di Milano

Il Naviglio della Martesana è uno dei fiori all’occhiello della città di Milano… fra i grattacieli di Melchiorre Gioia ha inizio una biciclettata che d’incanto spazzerà via il grigio lo smog e i rumori metropolitani per catapultarvi nel verde rigoglioso che cresce sulle sue rive.

Nel suo percorso attraversa i comuni di Trezzo sull’Adda, Vaprio d’Adda, Cassano d’Adda, Inzago, Bellinzago Lombardo, Gessate, Gorgonzola, Bussero, Cassina de Pecchi, Cernusco sul Naviglio, Vimodrone e Cologno Monzese. Entra a Milano in via Idro, alla periferia nordorientale della città, e scorre a cielo aperto fino alla Cassina de’ Pomm, all’angolo con via Melchiorre Gioia sotto il cui manto stradale si infossa.


Il vantaggio è che la metropolitana verde lo segue nel suo percorso e si può quindi decidere a piacimento quanto stare seduti sui mezzi pubblici e quanto in sella alla bicicletta.
In una bella giornata di sole sarà piacevole pedalare lungo le sue rive ammirando le ville che si vedono subito spuntare sull’altra sponda.


Nel settecento i nobili d’epoca, prima fra tutti la famiglia imperiale austriaca, trascorrevano qui le loro vacanze. Sono da ammirare Villa Alari Visconti di Saliceto, Villa Greppi, Villa Carini Gervasoni, Villa Uboldo, oggi sede del’attuale ospedale. 

Proprio a due passi da qui, in via Uboldo 10, ha aperto al pubblico in questi giorni il nuovo negozio AFGIOIELLI, una bella gioielleria con pezzi originali e moderni. Il corso d’acqua è accompagnato su tutto il territorio comunale dai 3 chilometri di lunghezza del parco Azzurro dei Germani, che comprende sulla sponda destra anche gli storici giardini pubblici. Nei pressi del centro cittadino sulla sponda destra è possibile vedere una ruota idraulica, ricostruita nel 2007. Al di là della piacevole passeggiata in bicicletta, per gli amanti della storia e della cultura è imperdibile una visita all’EX VILLAGGIO OPERAIO CRESPI D’ADDA, Patrimonio Mondiale della Cultura dell’ Unesco.
La fabbrica e il villaggio Crespi d’Adda furono realizzati a cavallo tra Ottocento e Novecento dalla famiglia di industriali cotonieri Crespi, quando in Italia nasceva l’industria moderna.


E’ certamente la più importante testimonianza in Italia del fenomeno dei villaggi operai: ha costituito una delle realizzazioni più complete e originali del mondo e si è conservato integro fino ai giorni nostri. L’idea era di dare a tutti i dipendenti una villetta con orto e giardino, e di fornire tutti i servizi necessari alla vita della comunità: chiesa, scuola, ospedale, dopolavoro,teatro, bagni pubblici, cimitero. Accanto alle case degli operai negli anni venti si aggiunsero le ville per i direttori, i capireparto e gli impiegati. La villa padronale dei signori Crespi fu invece costruita simile a un imponente castello medioevale. Il cimitero è oggi monumento nazionale: al suo interno la Cappella Crespi, una torre piramide di ceppo e cemento decorata si erge ad abbracciare le tombe operaie, piccole croci disposte ordinate nel prato all’inglese.
L’ingresso del cotonificio Crespi è oggi l’immagine più conosciuta dai visitatori. Quasi una cattedrale al lavoro e all’industria, dove la ciminiera, le palazzine dirigenziali e il cancello in ferro battuto creano una particolare composizione architettonica, simbolo dell’architettura industriale a cavallo fra Otto e Novecento.
Oggi il villaggio ospita una comunità in gran parte discendente degli operai che vi hanno vissuto o lavorato: e la fabbrica stessa è rimasta in funzione fino al 2004, sempre nel settore tessile cotoniero.

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